GORGES DU VERDON

Mio nonno aveva due grandi passioni: un’ironia tagliente, ai limiti del sarcasmo, e la montagna.
Sono certo di averne ereditata una.
Il fatto che su questo sentiero in salita, pieno di rampe, tornanti e scale, a metà del tragitto delle Gole del Verdon, io abbia il cuore che pompa a mille nelle tempie, gli occhi appannati, i vestiti madidi di sudore e il fiato corto, mi porta a sospettare che non sia quella per la montagna.

Sentiero Blanc Martel - VerdonMi dispiace, Nonno. Saranno i geni dell’altro lato della famiglia, che in salita non c’è mai andato nemmeno per errore. Sentiero Blanc Martel - Ferrata

Fatto sta che anche oggi, fino a quando il sentiero è stato pianeggiante, appena ondulato, andavo come un treno.
Abbondantemente più veloce delle previsioni della guida. Leggero. Senza fatica. Dinoccolato. Rilassatissimo. Un kilometro dopo l’altro. Solo il caldo mi dà un po’ fastidio, ma quelle poche volte che il sentiero permette di toccare le sponde del fiume ne approfitto per bagnarmi la testa e i vestiti e resistere.
E poi, poche centinaia di metri fa, le prime rampe di questo mostruoso arrampicarsi.

Sentiero Blanc Martel - Verdon dalla cima delle scale Breche ImbertUna sosta sotto un’ampia grotta subito prima di affrontare una decina di terribili rampe di scale di ferro. Quindici, venti gradini a rampa. Quasi verticali. Ora sono in cima, con una vista mozzafiato. Ma ci vogliono parecchi minuti perchè me ne renda conto, perchè il mio occhio riesca a riprendere profondità di campo e ampiezza di angolo. E capisco perchè tutte le guide dicevano di farlo in senso opposto questo sentiero. Il Sentiero Blanc-Martel è, assolutamente, un’esperienza da fare. Sentiero Blanc Martel - Verdon

È lungo. Richiede una torcia per attraversare i due tunnel dalla parte di Castellane.
***Torcia che io naturalmente non avevo, mi sono accodato a una famigliola con tre bambini piccoli fingendo che il loro fosse il mio passo naturale.***
Ma è facile ci si può camminare anche con le scarpe da ginnastica, anche senza allenamento.
Nel bosco, senza il sole assassino che cuoce le spalle. Magari a volte i sassi acuminati danno fastidio, magari a volte il bosco opprime, ma con singolare tempismo, ogni volta che il fastidio, l’oppressione del verde o la noia fanno capolino, si aprono scorci luminosissimi sul fiume verde e sulle falesie candide dell’altra sponda che rispondono alla domanda, ancora inespressa, ma io che ci faccio qui?

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[ssba]

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